Ragadi, cosa sono e come si trattano

Per ragadi in allattamento si intende il danneggiamento del capezzolo per cui appare escoriato, ferito, traumatizzato. La causa più probabile è un attacco non corretto del bambino al seno, per cui il capezzolo non è abbastanza in profondità nella sua bocca, ma resta dentro il bordo gengivale, subendo una frizione meccanica. 

La prima cosa da fare è verificare l’attacco al seno: aiutare il bambino a migliorare l’attacco e a renderlo più profondo, migliorare la posizione al seno, variare la posizione di allattamento. Con questi accorgimenti è possibile che la mamma trovi sollievo al dolore e inizi la fase di cicatrizzazione della ferita. In caso contrario, il contatto con una consulente professionale è molto utile per valutare la situazione, capire la causa e intervenire per curare la ragade.

Per evitare che la pelle lesionata si infetti è utile lavarsi la parte interessata con sapone neutro una volta al giorno. Nel caso di infezione, invece, il medico potrà prescrivere un trattamento antibiotico o antimicotico, a seconda della diagnosi.

Nel caso di ragadi o abrasioni del capezzolo, lo strusciamento di abiti o del reggiseno può essere molto fastidioso, per cui è una buona idea lasciare il seno scoperto, quando possibile. 

Sebbene siano diffusamente pubblicizzati molti  rimedi da applicare sulla ferita, per esempio: olii arricchiti di vitamine, creme, gel o antisettici, coppette d’argento, colostro di cavalla, lanolina etc., sono da evitare perché non ci sono evidenze scientifiche sulla loro efficacia e possono essere tossici o controproducenti. 

A fine poppata si suggerisce un impacco con una compressa di acqua calda per alleviare il dolore e, successivamente, la spremitura di qualche goccia di latte materno, lasciata asciugare sulla ragade, che accelera la cicatrizzazione e ha un potere antisettico.

Interventi sulla durata e sulla frequenza dell’allattamento non sono assolutamente utili alla guarigione delle ragadi, come pure l’utilizzo dei paracapezzoli in silicone. È sempre necessario, come già detto, intervenire sulla causa. L’eventuale spremitura del seno, per offrire poi il latte in altro modo al bambino (per approfondimenti, clicca qui), potrebbero essere delle soluzioni temporanee fino a che non si risolvono i problemi iniziali che hanno causato la ferita sul capezzolo,  per poi riprendere l’allattamento diretto. E’ importante, con l’uso del tiralatte, rispettare alcune norme, dato che un uso improprio potrebbe far peggiorare le ragadi (per approfondimenti, clicca qui).

Maddalena N.
IBCLC – Mestre